mercoledì 31 ottobre 2007

Dichiarazione di voto del Senatore Antonio Del Pennino sull'emendamento al decreto finanziario relativo ai servizi idrici


Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento 26.0.4./1 non rappresenta un intervento tecnico, né una misura di carattere economico che si colloca nel quadro della manovra finanziaria; esso pone, invece, un grave problema politico.
Lo ha detto con chiarezza il relatore: questo emendamento è il frutto dello stralcio di una norma dal provvedimento sulle liberalizzazioni presentato dal ministro Bersani. In quel provvedimento, la logica era di allargare lo spazio dell'intervento dei privati, di creare condizioni di concorrenza, di introdurre un sistema di liberalizzazioni nel nostro ordinamento economico. Tuttavia, vi era una norma che si collocava in controtendenza rispetto alla logica di quel provvedimento, una norma che era di chiusura rispetto ad un'ipotesi di concorrenza e di liberalizzazione, ed era quella relativa ai servizi idrici. Si trattava di una norma che era stata imposta, dopo un duro confronto all'interno dell'attuale maggioranza tra la componente riformista e la componente antagonista, dalla componente antagonista, che ne aveva fatto la condizione per dare il via libera anche al disegno di legge del ministro Lanzillotta sulle liberalizzazioni dei servizi pubblici locali.
Oggi ci troviamo in una situazione in cui il disegno di legge sulla liberalizzazione dei servizi pubblici degli enti locali è fermo (ne abbiamo iniziato l'esame con le relazioni e poi si è bloccata la discussione in Senato); è fermo il disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni; invece, va avanti con ritmi serrati, con tempi rapidi, l'unica norma che rappresenta una chiusura pubblicistica e anticoncorrenziale che era nel provvedimento Bersani.
Questo è il senso politico di quello che stiamo discutendo oggi; un senso politico che mi porta a dire agli amici di Rifondazione Comunista e della sinistra antagonista: avete vinto, rispetto alle componenti moderate e riformatrici della vostra maggioranza; avete avuto un successo, ma questo successo politico non risponde a quelle che sono le esigenze del Paese, perché la condizione del nostro sistema idrico è ben nota.
Mi avvio a concludere, signor Presidente. Abbiamo il 42 per cento dell'acqua che viene dispersa dopo l'inserimento negli acquedotti.
Questo avviene perché abbiamo un sistema idrico che è un colabrodo e rispetto al quale l'intervento pubblico non è stato capace di modificare la condizione esistente.
Esaltando con questo emendamento la priorità, anzi l'esclusività dell'intervento pubblico, facciamo un'affermazione ideologica: diamo un contributo alla vittoria della sinistra antagonista, ma non realizziamo nulla che possa servire al Paese. (Applausi dai Gruppi DCA-PRI-MPA e FI).
Roma, 25 ottobre 2007

domenica 21 ottobre 2007

L'edera in piazza a Pavia


L'edera ritorna in piazza a Pavia.
Sabato 20 ottobre i Repubblicani del PRI hanno installato in piazza della Vittoria a Pavia una postazione.
Sono stati distribuiti volantini con il programma dell'incontro organizzato a Milano da La Voce Repubblicana per il 26-28 ottobre e altri volantini con il "PRI-pensiero".
Interesse e qualche stupore tra i passanti. Alcuni mostravano un certo timore, fosse pensavano fossimo degli "zombie". E invece siamo vivi!

giovedì 4 ottobre 2007

INTERVENTO SU VISCO

di Antonio Del Pennino

Il nuovo dibattito sul cosiddetto caso Visco si apre in un contesto ulteriormente aggravato rispetto a quando lo affrontammo nel giugno scorso .
Aggravato dalle motivazioni addotte dallaProcura di Roma nel richiedere 'archiviazione per l'ipotesi di reato di abuso di ufficio e di minacce.
lCome noto, pur riconoscendo l'inesistenza dell'ipotesi di reato la Procura difatti ha considerato illegittima la condotta del Vice Ministro, perché tenuta " in violazione di specifiche norme che non gli conferiscono il potere di disporre o di ordinare il trasferimento di ufficiali del corpo, norme di cui aveva consapevolezza" .
Infatti , prosegue la Procura " e' pacifico che il Vice Ministro Visco abbia tentato di ottenere il trasferimento di 4 ufficiali cercando di imporre al Comandante Generale di provvedere in tal senso, esercitando indebite pressioni, "mentre egli "non aveva potere, poiché il potere decisionale in materia è attribuito da una norma primaria al Comandante Generale."
Inoltre il documento della Procura ricordo che nell'interrogatorio del 24 giugno Visco ha parlato , a proposito dei quattro ufficiali, "del loro rapporto molto stretto con i vertici della Guardia di Finanza e, presumibilmente con la precedente gestione governativa....... Dichiarazione che sicuramente confligge con i principi che nel nostro ordinamento regolano il rapporto tra autorità politica e autorità amministrativa."
E qui veniamo al punto: quello del rispetto dell'articolo 97 della Costituzione e del rapporto fra il potere politico e le strutture burocratiche o le forze armate.
Siamo convinti che dovere del potere politico sia quello di non interferire con i compiti delle strutture amministrative, rispetto alle quali il politico deve limitarsi a dare direttive generali.
Se si supera questo confine si creano inevitabilmente conflitti tra organi dello Stato . E questo confine , il Ministro Visco ha superato ampiamente.
Non vi è in queste considerazioni alcun pregiudizio aprioristico . Vi è solo la constatazione di una situazione che si è determinata che ha aperto una gravissima frattura istituzionale.
Per questo nell'ordine del giorno che ho presentato sottolineo la necessità , al di là di quelli che saranno gli sviluppi giudiziari e le decisioni del GIP, di affidare definitivamente le responsabilità di indirizzo politico sulla guardia di finanza al Ministro dell'Economia e delle Finanze.
Non è più sufficiente il solo congelamento delle deleghe del Vice Ministro. Occorre un provvedimento inequivocabile che serva a superare lo stato di malessere che si è determinato nei rapporti fra il governo e un corpo essenziale dell'Amministrazione dello Stato.
Credo che il governo darebbe un segnale importante seguendo la via che ho indicato, un segnale che contribuirebbe ad aumentarne la credibilità .
Ma forse questo solo non basterebbe, come indico con l'altra proposta contenuta nel mio ordine del giorno .
Se vuole acquisire un'autorevolezza che oggi ha perduto il Presidente del Consiglio dovrebbe prendere spunto da questo episodio per procedere prontamente a un riassetto organizzativo che conduca alla limitazione del numero dei Ministri e dei Sottosegretari, in linea con la legislazione vigente all'atto del suo insediamento, legislazione che è stata aggirata con il cosiddetto spacchettamento.
Sarebbe oltretutto una risposta forte rispetto alle spinte dell'antipolitica che si stanno ormai sempre più diffondendo .
Una risposta che confido il parlamento possa dare con un voto sul mio ordine del giorno , che mi auguro vada al di là dei tradizionali confini tra maggioranza e opposizione .
Roma, 3 ottobre 2007



LE PROSTE DELLA LEGA INDEBOLISCONO LA MAGGIORANZA

di Franco De Angelis

“Trovo la lettura della rassegna stampa di oggi un po’ inquietante. Le incertezze e le fughe in avanti che stanno caratterizzando il dibattito sul ticket antismog non vengono sicuramente incontro alle aspettative dei milanesi”. Così afferma il repubblicano Franco De Angelis, presidente del Gruppo Misto a Palazzo Marino, esperto di trasporti e pianificazione urbana. “I cittadini - prosegue De Angelis - sono coscienti del fatto che la qualità dell’aria e il traffico stanno raggiungendo livelli di guardia. Chiedono iniziative concrete, e risposte dalle istituzioni”. Ma è soprattutto la proposta di effettuare una nuova consultazione sulla chiusura del centro, avanzata dalla Lega Nord, a preoccupare De Angelis. “Francamente - spiega De Angelis - mi sembra che uscite del genere possano nascere solo dall’ansia di ottenere titoli clamorosi sui media. Perché non un referendum anche sulle targhe alterne, allora? Nel merito, si tratta di un’idea velleitaria, oltre che di un sensibile passo indietro rispetto a quanto è stato fatto in questi anni. Non risolve nulla. E può solo ottenere l’effetto di indebolire la maggioranza”.
Milano, 2 ottobre 2007