mercoledì 14 marzo 2007

Il PRI, partito “nuovo”
Per le nuove generazioni, che da poco guardano ai complessi scenari della politica, il PRI, con la sua storia, la sua tradizione, la sua cultura può apparire una “novità” in un panorama dominato negli ultimi decenni da partiti quali Forza Italia, i DS, la Margherita o Alleanza Nazionale. Forze politiche che sono nate nella cosidetta Seconda Repubblica e che rappresentano per i ventenni e trentenni il naturale scenario della attuale vita politica. Il Partito Repubblicano, che in questi anni difficili, ha interpretato con grande dignità e poca visibilità il suo tradizionale ruolo di Partito "pensante” è pressoché sconosciuto ai giovani di queste ultime generazioni. Come sempre i giovani sono curiosi e attenti e non amano le parole sprecate e i bizantinismi di cui a volte l’azione politica si ammanta anche quando non è necessario. Ma essi ben conoscono i problemi del Paese, sono i problemi cui il PRI ha prestato tante volte attenzione e tante volte è rimasto inascoltato. Sono i temi del nostro DNA politico e intellettuale sui quali ci siamo cimentati negli anni 60 e oltre e che purtroppo sono ancora attuali, segno di un declino del Paese che trascina negli anni problemi non risolti e non risolvibili da un bipolarismo fragile e prigioniero delle frange estremiste.
Il problema di fondo è la modernizzazione del Paese.
L’Italia non può permettersi di perdere il passo dell’Europa soprattutto ora che si è allargata. Dobbiamo agire sui diversi fronti, dalle infrastrutture che devono permetterci di rimanere collegati con l’Europa e protagonisti della sua economia. Tanto per intenderci non possiamo considerare la TAV, ad esempio, come un fatto locale, ma come una parte complessiva della rete della mobilità Europee, di cui dobbiamo far parte. Dobbiamo riconsiderare il sistema energetico italiano, attualmente debolissimo, rientrando rapidamente nel settore nucleare, vecchia battaglia repubblicana, e impegnando fortemente il nostro sistema nell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, come il solare. Dobbiamo porre la ricerca tra le priorità nazionali e lombarde in particolare, e con essa considerare il ruolo dell’università in modo dinamico e non fossilizzato nei vecchi schemi del secolo scorso. Dobbiamo in Lombardia, guardare con grande attenzione alla riorganizzazione delle istituzioni sul territorio, partendo dal grande problema dell’area metropolitana di Milano, anch’esso vecchia battaglia repubblicana, ora più che mai di grande attualità. Questi sono alcuni dei temi, in cui vogliamo confrontarci con le altre forze politiche, ma soprattutto con i giovani, perché questi insieme al grande tema della convivenza sociale, sono le problematiche sulle quali si gioca il loro futuro.
Non abbiamo nè schematismi, nè apparteniamo a schieramenti precostituiti, vogliamo affrontare il dibattito politico con la consapevolezza dei laici, ovvero con quella religione del dubbio che solo consente di avvicinarsi alla soluzione dei problemi.
Per questo crediamo che i giovani possano vedere nel PRI, un partito nuovo che mette in campo tutta la sua cultura centenaria e il suo amore per il nostro Paese.




Carlo Visco Gilardi
Segretario Regionale PRI Lombardia

Nessun commento: